Dal 8 al 11 gennaio 2025 si è svolto il primo Commons Lab del progetto europeo Ecosystem of Commons.
Alle porte di Firenze nella tenuta di Mondeggi, ha preso avvio il laboratorio di quattro giorni intitolato Comunità, autogestione e partenariato pubblico-Bene Comune. Ad ospitare il progetto è stata la comunità di Mondeggi Bene Comune, un esempio di comunità intenzionale che si prende cura di un bene territoriale, in questo caso una grande tenuta (circa 170 ettari in totale, con una parte assegnata di 80 ettari coltivati, principalmente olivi, vigneti e grano) sulle colline alla periferia di Firenze.
La Comunità è nata nel 2013 dall’iniziativa di un gruppo di cittadini che – alla luce della possibile vendita del terreno pubblico e della privatizzazione di un bene comune – ha deciso di presidiare una proprietà pubblica attraverso l’autogestione per difendere il terreno collettivo e riattivare le attività agricole abbandonate, nell’ambito di uno dei più grandi esperimenti di agricoltura collettiva autogestita e agroecologia in Europa.
Nel tempo si è formato un vero e proprio ecosistema di riferimento che collega la comunità di Mondeggi a molte altre organizzazioni di base e iniziative guidate dalla comunità nella regione. Si tratta di progetti di gestione di spazi pubblici e comunità di quartiere, di luoghi di co-produzione e mercati contadini, ma anche di progetti di transizione ecologica, comunità energetiche, mobilità condivisa e mutuo soccorso.
Il Commons Lab si è inserito all’interno di un processo e di una sfida in atto, anzi due: da un lato rendere visibile il significato e l’orizzonte condiviso da queste iniziative, dall’altro permettere loro di creare sinergie per rafforzarsi a vicenda e moltiplicare il loro potere trasformativo.
Il calendario delle quattro giornate ha previsto iniziative di vario genere che hanno coinvolto persone, associazioni, istituzioni pubbliche ed esperti dell’ecosistema di Mondeggi e un gruppo di partecipanti/esperti europei.
I lavori sono iniziati mercoledì 8 Gennaio con una visita della tenuta per il piccolo gruppo di osservatori europei e sono proseguiti con l’assemblea di Mondeggi Bene Comune presso la Casa del popolo di Grassina.17 realtà locali si sono riunite per discutere in modo collaborativo il futuro di Mondeggi, immaginando attività, spazi condivisi, filiere agroecologiche e loro connessioni, e la costruzione di una comunità connessa più ampia in preparazione del processo di co-progettazione con la Città Metropolitana per stabilire il modello di gestione e l’assegnazione delle varie parti della tenuta (terreni, cascine e ville), che deve ancora iniziare.
Per approfondire il tema, il giorno seguente, si è svolto un workshop dedicato all’emersione delle dinamiche e le relazioni di potere, che connotano questi processi, attraverso metodologie e strumenti tratti dal Process Work (un approccio che si concentra sull’esplorazione e la comprensione dei processi individuali e collettivi, compresi i processi decisionali), dalla permacultura sociale (attraverso, ad esempio, l’analisi settoriale), dalla facilitazione e dalla sociocrazia per lavorare sui ruoli (e sui ranghi) e per esporre le contraddizioni e valutare le opportunità di progettare congiuntamente un accordo di autogestione e degli accordi di base rinnovati.
Al workshop è stata abbinata la presentazione dell’approccio del Public-Common Partnership e dell’esperienza del Community Ward’s Corner di Londra da parte di Ben Beach di In-abundance, tra i partecipanti europei presenti, e delle metodologie utilizzate per costruire una governance collettiva, con i suoi aspetti problematici e le criticità da tenere in considerazione per evitare derive o “normalizzazioni” con la gestione di un partenariato “pubblico-bene comune”.
Un altro aspetto affrontato, a partire dalla seconda giornata del Commons Lab è stata la narrazione del luogo da una prospettiva sia soggettiva che collettiva: il senso del territorio e l’immaginario per il futuro. Attraverso il gioco “Microscope”, utilizzato a Barcellona e in altri contesti, sono stati esplorati scenari, nodi chiave e temi del passato e del futuro di Mondeggi. Questo metodo permette di creare una narrazione che si irradia sia storicamente che dal presente, tenendo conto dei principali cambiamenti storici e sociali così come dei ricordi personali e degli incontri immaginati (il macroscopico e il microscopico). Sebbene la narrazione emergente sia collettiva, l’approccio consente la coesistenza di momenti soggettivi e “contestati”, proprio perché a partecipare sono state, come dovrebbe essere, persone con memorie e ruoli differenti nella storia di un luogo, in questo caso di Mondeggi. Le tensioni rivelate da questi punti di contesa sono importanti da considerare e presenti in qualsiasi impegno significativo con un gruppo comunitario.
Nella terza giornata invece è proseguito il processo di riflessione e rafforzamento con le istituzioni pubbliche, con un incontro all’Università di Firenze con il gruppo di ricercatori ARCO e il prof. Mario Biggieri, che hanno elaborato, su richiesta della Città Metropolitana, un’analisi SROI – ovvero di impatto sociale e “valorizzazione” dell’investimento pubblico– per dimostrare il “ritorno” positivo nel medio-lungo termine.
La gestione di un Bene Comune ha molti aspetti da considerare. Richiede una comunità che non solo si assuma responsabilità e stabilisca una presenza permanente e capillare sul territorio (soprattutto in un caso come quello di Mondeggi, una tenuta molto grande alla periferia della città), ma anche un modo di organizzarsi, concordare, cogestire e prendere decisioni insieme, in modo aperto e assembleare, che non è facile da raggiungere e mantenere.
Mondeggi Bene Comune, nei suoi dieci anni di vita, ha attraversato varie fasi con alti e bassi (mediati dalla lotta comune per impedire la privatizzazione di un bene comune di proprietà pubblica) e negli ultimi anni si è sempre più interrogata su come continuare a mantenere il cuore democratico, inclusivo e aperto attraverso un’assemblea aperta e l’autogestione, confrontandosi al contempo con la necessità di confrontarsi con la politica e gli enti pubblici, nonché con numerose organizzazioni (associazioni, organizzazioni del Terzo Settore, cooperative, ecc. ) che stanno creando un nuovo livello di “governance” allargata e formalizzata che potrebbe portare a uno snaturamento o a una “normalizzazione” dell’esperienza comunitaria di Mondeggi così come è stata finora.
La giornata del Commons Lab ha poi ha avuto il culmine con un evento pubblico sul tema “Firenze Agroecologia: pratiche collettive e politiche locali del cibo”. Partendo dalle molteplici esperienze agro ecologiche basate sul “fare bene comune” e sull’iniziativa collettiva di abitanti del territorio fiorentino, c’è stato un confronto sulle modalità di intrecciare reti e collaborazioni tra produttori e “consumatori”, per una politica del cibo partecipata e aperta, a partire dall’esperienza di Mondeggi, dei mercati contadini di quartiere e del progetto di un mercato agro ecologico più ampio.
La settimana del primo Commons Lab si è conclusa con attività più esperienziali.
Innanzitutto tornando al tema della narrazione del luogo e dell’immaginario, ma questa volta utilizzando l’arte. Alla presenza di due facilitatrici di Facilitarte, i partecipanti hanno lavorato a una rappresentazione collettiva (ma anche soggettiva) di Mondeggi e del suo potenziale futuro utilizzando materiali naturali di vario tipo trovati in loco, condividendo elementi simbolici e ricercando significato e visione nel processo creativo.
Ed infine… tutti quanti a lavorare nella vigna di Mondeggi.