E’ certamente un obiettivo ambizioso per un progetto, ma gli 8 partner dell’Erasmus+ che si sta realizzando dall’autunno 2016 stanno lavorando perché questa non resti solo un’affermazione di principio.
Nel corso di questi ultimi mesi sono stati messi a punto tre moduli formativi: uno su “Valori e principi dell’Economia Sociale Solidale”; uno su “Management Democratico nell’Economia Sociale Solidale”; uno su “Finanza Etica e Solidale”. I tre moduli sono stati al centro di una sperimentazione che ha visto realizzarsi tre pilot training rispettivamente nella Repubblica Ceca, in Grecia e in Bulgaria ai quali hanno partecipato allievi di tutti i Paesi e organizzazioni partner. Dopo la verifica della formazione pilota, si è aperta ora l’ultima fase del progetto: quella dell’advocacy e della costruzione di un policy brief indirizzato non solo ai principali stakeholder ma sopratutto ai decision maker di ciascun paese ed europei.

Il 30 marzo Solidarius Italia ha realizzato e ospitato nella propria sede il 1° workshop nazionale, primo evento di disseminazione del progetto. Invitati sono stati tutti gli interlocutori incontrati nel percorso che ha condotto alla realizzazione della mappatura e che già avevano mostrato interesse e disponibilità a diventare interlocutori sulle tematiche del progetto: dirigenti ed esperti dell’INAPP (ex ISFOL), dirigenti e formatori di enti nazionali di formazione professionale, esponenti di organizzazioni di economia solidale particolarmente impegnati in progetti e percorsi di inclusione sociale.

Grazie alla disponibilità e alla competenza di chi ha accolto l’invito, la giornata di lavoro si è tradotta in una prima occasione di scambio tra “mondi” che generalmente non hanno molte occasioni di dialogo.
L’Erasmus + che stiamo realizzando si sta traducendo in un’occasione importante da due punti di vista:
– da un lato affinché il mondo dell’economia solidale guardi ai temi del lavoro, della preparazione al lavoro, della qualificazione delle competenze con più professionalità ed efficacia, confrontandosi nel merito con il pianeta istituzionale della formazione, delle qualifiche formali, dei curriculum;
– da un altro lato affinché anche il mondo della formazione professionale guardi a quello dell’economia solidale come ad un possibile luogo nel quale cogliere domande e sviluppare proposte innovative che incoraggino non solo le competenze strettamente professionali dei ragazzi e delle ragazze ma anche la loro capacità di esercitare uno sguardo critico e “trasfomatore” sulla realtà che li circonda e sui contesti sociali e produttivi nei quali sono chiamati ad inserirsi. Uno sguardo collaborativo e solidale capace di tradurre il loro agire e vivere secondo nuovi paradigmi che superino quelli dell’individualismo e della competitività ad ogni costo che i modelli neoliberisti e del turbocapitalismo hanno finora imposto loro e a noi tutti e tutte.
Al centro del confronto tre nodi: