Il 25 giugno alle 15 a Barcellona, ma grazie alla piattaforma web in tutto il mondo, ha preso avvio il Forum Sociale Mondiale delle Economie Trasformative. Cinque gli esperti ed esperte chiamati e chiamate a offrire interventi di “ispirazione e provocazione” sulla base di tre quesiti. Questi gli invitati: Michel Bauwens: teorico e direttore della Fondazione P2P, direttore della ricerca di Commons Transition.org, e membro fondatore del Commons Strategy Group; Geneviève Azam: economista francese, attivista per l’ambiente e l’alterglobalizzazione all’interno dell’organizzazione Attac France; Marta Guadalupe Rivera Ferre: Andalusa, direttrice della cattedra di Agroecologia e sistemi alimentari dell’Università di VIC-UCC, ha lavorato sull’analisi delle teorie femministe e dei beni comuni nel campo dell’alimentazione; Ashish Kothari: ambientalista indiana che lavora sull’interfaccia sviluppo-ambiente-ambiente-vivibilità e alternative radicali. Tra loro, anche Euclides Mance, presentato come “filosofo brasiliano e uno dei principali teorici dell’economia solidale e dell’economia della liberazione in America Latina, cofondatore dell’Istituto di Filosofia della Liberazione e della rete Solidarius”.

E’ un piacere e un onore, per noi di Solidarius Italia che di quella rete siamo cofondatori e parte, pubblicare il suo intervento. E’ possibile riascoltarlo in lingua spagnola a questo link al minuto 1:44:57

1. Principali sfide relative al sistema economico in generale che devono essere trasformate a partire dai movimenti delle economie trasformative.

A partire da un’economia di liberazione, consideriamo le relazioni tra le libertà umane e i bisogni umani.

Quanto meglio i bisogni umani sono soddisfatti, tanto meglio sono garantite le libertà umane. D’altra parte, se i bisogni umani non sono soddisfatti in alcun modo, le libertà umane si estinguono completamente e gli esseri umani muoiono.

La mediazione del rapporto tra i bisogni umani e le libertà umane è la capacità umana di creare valori d’uso che soddisfino i bisogni delle persone, delle comunità e delle società, espandendo le libertà private e pubbliche di tutti.

Nello sviluppare le forze produttive, gli esseri umani espandono le possibilità di esercitare le loro libertà. Ma questo crea anche nuovi bisogni, più complessi dal punto di vista tecnologico, che devono essere soddisfatti.

Questo movimento, che espande le libertà e crea bisogni, non avrà mai fine, finché esisteranno gli esseri umani.

Perciò, nell’economia della liberazione, il significato stesso di questo sviluppo senza fine della libertà umana è la realizzazione del bem-viver delle persone, delle comunità e delle società.

Il bem-viver richiede:

1. che i flussi ecologici ed economici siano sostenibili e condivisi nel soddisfare le esigenze di tutti/e;

2. che i flussi di potere siano autogestiti dalle persone, in modo che possano decidere autonomamente della propria vita personale e anche partecipare autonomamente alle decisioni democratiche sulle regole della vita pubblica;

3. che i flussi di informazione, educazione e comunicazione siano dialogici, in modo che ciascuno/a e tutti/e possano avere accesso alla diversità delle culture e sviluppare la propria opinione nell’esercizio della propria libertà;

4. e che l’etica che guida gli esseri umani nel rapporto di reciprocità tra loro e con la natura cerchi di tutelare e promuovere il bem-viver di tutti in armonia con gli ecosistemi.

Quando analizziamo il sistema economico attuale, vediamo che non è liberante, ma al contrario, distrugge gli ecosistemi, sottomette le libertà private e pubbliche a differenti forme di oppressione.

1. Nelle relazioni di produzione, c’è lo sfruttamento del lavoratore e della natura e si genera un plusvalore che è il tempo di lavoro non retribuito.

2. Nelle relazioni di interscambio economico, c’è la realizzazione del plusvalore come profitto e l’espropriazione dell’acquirente quando il prodotto viene pagato più di quanto vale.

3. Nei rapporti di credito vi è una spoliazione del debitore, che paga tassi di interesse superiori alla copertura dei costi dell’operazione stessa di prestito.

4. Nelle relazioni con i consumatori, vi è la privazione relativa del consumatore, in differenti gradi, a seconda del denaro che può offrire per soddisfare i suoi bisogni.

Il sistema attuale non è dunque organizzato per salvaguardare le libertà di tutti, ma per garantire l’accumulazione di capitale da parte di una piccola parte della società.

Quindi, le principali sfide in relazione a questo sistema economico sono

1. superare lo sfruttamento del lavoro nelle relazioni di produzione, distribuzione e credito

2. superare l’espropriazione nelle relazioni di interscambio;

3. superare la spoliazione nelle relazioni di credito

4. superare la privazione nelle relazioni di consumo;

5. superare la degenerazione degli ecosistemi in tutto il pianeta.

L’obiettivo della trasformazione deve essere organizzare altri modi di produzione e di appropriazione, altri sistemi di interscambio e credito e altre forme di organizzazione sociale che garantiscano il bem-viver di tutti in armonia con gli ecosistemi.

2. Come riorganizziamo i flussi materiali ed economici? Come cambiamo i rapporti di potere e le relazioni nei confronti della natura e della cultura?

Nell’economia della liberazione partiamo dal principio che nessuno libera nessuno, che nessuno si libera da solo, che gli esseri umani si liberano in comunione. Partiamo perciò dalla prassi economica reale delle persone e delle comunità, per riflettere in modo dialogico su di essa e costruire insieme le migliori soluzioni metodologiche e tecnologiche per cambiarla in una prospettiva di liberazione. Da queste pratiche si accumulano conoscenze validate dal dialogo e dalla verifica storica.

Sistematizzando tutto questo, ciò che proponiamo è una strategia basata sull’organizzazione di circuiti economici solidali, con la creazione e lo sviluppo di piattaforme virtuali che facilitino l’organizzazione delle comunità economiche e l’integrazione locale e globale dei flussi economici dei territori; l’organizzazione di empori fisici o virtuali per favorire gli acquisti dei consumatori solidali integrati nel circuito, con margini di eccedenze destinati a fondi di liberazione economica per investimenti collettivi che possano dar luogo a iniziative economiche autogestite, con proprietà e gestione condivisa, nei territori.

Il processo di mappatura di bisogni e offerte, l’organizzazione di cataloghi di acquisti, interscambi e donazioni, l’attivazione di conti elettronici per le transazioni in questi cataloghi (con monete, punti e premi, registrati in blockchains) e per le delibere democratiche sul circuito, permettono di consolidare le comunità economiche che possono integrarsi in rete con altri circuiti, attraverso la stessa piattaforma, in flussi economici regionali, nazionali e internazionali.

Questi circuiti possono essere formalizzati come cooperative di autogestione comunitaria o sotto altre forme giuridiche.

3. Proposte per contribuire al patto/agenda che vogliamo costruire come movimenti

1. Organizzare circuiti economici solidali, integrati tra loro attraverso piattaforme virtuali a formare una Rete di Circuiti, autogestiti da comunità economiche, inclusivi ed equi, alla ricerca del bem viver di tutti e tutte;

2. Organizzare Empori fisici o virtuali per provvedere al consumo finale di individui e famiglie, ai loro acquisti di beni e servizi, nonché al consumo di iniziative di produzione e distribuzione, rafforzando le filiere solidali di produzione, distribuzione e consumo;

3. Destinare una percentuale delle operazioni dell’Emporio ad un Fondo di Liberazione Economica, per investimenti collettivi di produzione e distribuzione, rispondendo ai bisogni del Circuito locale e della Rete di Circuiti;

4. Organizzare un sistema di registrazione elettronica di transazioni che permetta alle comunità economiche di registrare i loro scambi in blockchains sotto forma di acquisti, interscambi e donazioni, con diversi segni di valore, come monete, punti e premi;

5. Mappare bisogni e offerta e organizzare cataloghi di acquisti, interscambi e donazioni;

6. Sviluppare strumenti per le delibere democratiche della comunità economica in merito al circuito;

7. Promuovere la riconversione del sistema di imprese capitalistiche che stanno chiudendo affinché i lavoratori ne assumano controllo e proprietà attraverso un dispositivo di autogestione

8. Organizzare un programma di formazione a distanza per la preparazione teorica, metodologica e pratica nell’organizzazione di circuiti economici solidali;

9. Sviluppare una forte azione globale, incidendo sull’ONU e sui governi nazionali perché:

9a) si istituisca un programma universale di reddito di base per tutta la popolazione mondiale, coperto con la tassazione dei profitti finanziari globali;

9b) si sospenda il pagamento dei debiti dei Governi, in tutto o in parte, a tempo indeterminato, in modo che il valore destinato al debito sia destinato al contrasto della pandemia nei Paesi, alla conversione solidale e autogestita di imprese in situazione di fallimento e al sostegno e al rafforzamento dell’economia solidale in generale;

9c) si istituisca un meccanismo di compensazione economica internazionale per consentire ai Paesi di ottenere nell’immediato fondi per il rapido sviluppo di azioni di difesa della salute pubblica nei loro territori, compensando successivamente i loro saldi negativi in questo sistema di compensazione globale attraverso l’esportazione verso le nazioni che sono al suo interno prodotti, mezzi di produzione, beni e servizi che siano in grado di offrire –  in particolare per far fronte al Covid-19 – sicurezza alimentare della popolazione mondiale o soddisfare altre esigenze di interesse pubblico.