Quando si pensa ad un “cervello collettivo” spesso l’immaginario va a studiosi (generalmente maschi) che, rinchiusi per periodi di tempo variabili in qualche torre eburnea o in luoghi ameni, esercitano il loro pensiero a costruire più o meno astratti e credibili scenari o analisi di fenomeni quotidiani elaborate con strumenti e linguaggi complessi tanto da essere rese non facilmente intellegibili dai comuni mortali.

Beh, il 21mo Incontro di RIUESS (Rete Inter-Universitaria per l’Economia Sociale e Solidale francese) a Science Po a Bordeaux, dal 1 al 3 giugno 2022, è stata la manifestazione di un “cervello collettivo” nel quale è la realtà a stimolare e alimentare il pensiero e l’elaborazione complessa e dove la presenza femminile di docenti provenienti da tutte le Università della Francia ha giocato e gioca un ruolo importante nella cura delle relazioni con studenti e dottorandi che popolano quelle Università e quei corsi. Sono sempre più numerosi i e le giovani che stanno scegliendo l’Economia Sociale Solidale come terreno di ricerca e di azione per un loro futuro anche professionale che sia coerente e, anzi, aiuti a garantire un futuro anche al Pianeta e ai suoi abitanti.

La rete RIUESS (che fa parte della rete RIPESS Europe, come la RIES), tessuta nel corso di quasi 22 anni, interroga fortemente le realtà dell’Economia Sociale Solidale italiane. Le nostre “buone pratiche” da sole non diventeranno mai trasformative se non saranno capaci di generare teoria, pensiero, strategie che le facciano diventare politiche locali e nazionali e prassi condivisa da un numero sempre più ampio di persone e di soggetti.

La piccola “delegazione” italiana di RIES* che ha partecipato all’incontro di Bordeaux univa, nel suo piccolo, diversi mondi (università, impresa sociale di economia solidale, network territoriale, network nazionale ed europeo) e proprio dagli scambi che si sono creati nei 4 giorni di Incontro, è emersa la possibilità concreta di proporre anche in Italia un processo che conduca alla creazione di una Rete Interuniversitaria per l’Economia Sociale Solidale. È una concreta possibilità, viste le già molte relazioni che esistono tra docenti, ricercatori, dottorandi e anche tra esperienze di ESS e Università.

Se vogliamo accelerare i tempi e le condizioni della transizione, è necessario, proprio sulla scorta di esperienze di Master interuniversitari che coinvolgono anche esperienze di ESS come “Saperi in transizione”, iniziare a chiedere e raccogliere disponibilità e proposte. Nella speranza che, vista la situazione di emergenza economica, sociale e ambientale in cui siamo, non ci vogliano 20 anni per vedere qualche risultato e, magari, per allargare anche in altri paesi d’Europa la stessa esperienza.

*Soana Tortora (Solidarius Italia), Francesca Forno (TiLT), Nino Lo Bello (FLCG Sicilia), Jason Nardi (RIES)